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Il Salotto Sabaudo di Torino

Passeggiando tra le eleganti piazze e i portici di Torino, ci si rende conto che questa città, a pochi chilometri dalla casa-vacanza Cascina 6b, custodisce un patrimonio inestimabile con i suoi caffè storici.

Incastonati nel cuore del centro cittadino, questi locali, veri protagonisti del “salotto sabaudo”, hanno fatto da sfondo a incontri letterari, politici e culturali. Ancora oggi offrono un vero tuffo nel passato, permettendo ai visitatori di respirare l’atmosfera di un’epoca raffinata e sofisticata.

Il Caffè Al Bicerin, situato in Piazza della Consolata dal 1763, questo piccolo gioiello è conosciuto per aver dato alla luce la celebre bevanda Bicerin, un delizioso mix di caffè, cioccolato fondente e crema di latte, servito (ancora tutt’oggi) rigorosamente in un bicchiere trasparente per apprezzarne i tre strati. Frequentato da personaggi illustri come Cavour, il locale ha sempre mantenuto la sua autenticità e riservatezza, con le sue boiserie in legno scuro, le luci soffuse e i tavolini in marmo arredi in legno scuro e luci soffuse, facendo sentire così i clienti come se avessero fatto un salto indietro nel tempo.

Il Caffè Elena, ci troviamo in piazza Vittorio Veneto, questo Caffè, a differenza di altri dal gusto sfarzoso e aristocratico, è noto per la sua atmosfera più intellettuale e bohémien caratterizzata da pareti dai toni caldi, arredi in legno e grandi finestre che si affacciano sulla Piazza.

Fondato nell’Ottocento, ha ospitato numerosi artisti e scrittori, come Cesare Pavese che lo frequentava assiduamente e lo citò più volte nei suoi scritti. Con i suoi arredi eleganti e l’ampio dehor, è il luogo ideale per una pausa caffè o un aperitivo serale in un’atmosfera senza tempo.

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Il Caffè Fiorio, inaugurato nel 1780 in Via Po, divenne presto il ritrovo prediletto di intellettuali, artisti e politici. Si narra che fosse chiamato “il caffè dei codini”, in riferimento alle acconciature degli aristocratici conservatori che lo frequentavano. Tra i suoi avventori si annoverano figure di spicco come Cavour e Massimo D’Azeglio, che qui trascorrevano ore tra un caffè e una conversazione appassionata.

Oggi, entrare al Caffè Fiorio significa immergersi in un’epoca passata, con i suoi interni caratterizzati da poltroncine in velluto rosso, specchi dorati, tavolini in marmo e grandi lampadari scintillanti che creano un’atmosfera calda e avvolgente.

Questo Caffè è celebre per la qualità dei suoi prodotti, in particolare per la sua gelateria artigianale. La crema Fiorio, ricetta segreta del locale, è considerata una delle migliori di Torino: vellutata, ricca e incredibilmente avvolgente. Accanto ai gelati, offre un’ampia selezione di dolci tradizionali piemontesi, come il bonèt (un budino al cioccolato e amaretti), la torta gianduia e i classici gianduiotti.

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Il Caffè Baratti & Milano, situato nella splendida Galleria Subalpina, è uno dei simboli più raffinati della tradizione torinese. Fondato nel 1858 da Ferdinando Baratti e Edoardo Milano, inizialmente come pasticceria in Via Dora Grossa (oggi Via Garibaldi), divenne presto un punto di riferimento per l’alta società, tanto da essere nominato fornitore ufficiale della Real Casa Savoia. Entrare da Baratti & Milano significa fare un salto nell’eleganza della Belle Époque, con i suoi interni riccamente decorati, specchi dorati, colonne di marmo e lampadari in cristallo.

Baratti & Milano è celebre per la sua pasticceria artigianale, in particolare per la lavorazione del cioccolato. I suoi gianduiotti, praline e cremini sono un’istituzione, realizzati con le migliori materie prime e secondo antiche ricette. Un’altra specialità imperdibile è la crema Baratti, una crema pasticcera dalla consistenza vellutata e dal sapore delicato, spesso servita con i loro celebri biscotti.

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Il Caffè Torino, situato in Piazza San Carlo, è uno dei locali storici più iconici di Torino. Fondato nel 1903, questo caffè ha rappresentato per oltre un secolo un punto di ritrovo per intellettuali, artisti e aristocratici, mantenendo intatta la sua eleganza inconfondibile. Appena varcata la soglia del Caffè Torino, si viene accolti da un’atmosfera raffinata e senza tempo, con gli interni decorati in stile Liberty caratterizzati da boiserie in legno scuro, specchi dorati, soffitti affrescati e lampadari scintillanti.

Il Caffè è rinomato per la qualità del suo espresso, servito secondo la più autentica tradizione piemontese. Ma ciò che lo rende ancora più speciale è la sua pasticceria artigianale, che offre un’ampia selezione di dolci tipici come i gianduiotti, il Bicerin e la Torta gianduia.

Una delle curiosità più note legate al Caffè Torino è il toro dorato incastonato nel pavimento del dehor. Secondo la tradizione, calpestare i suoi attributi porterebbe fortuna, e ancora oggi è facile vedere torinesi e turisti compiere questo gesto scaramantico prima di entrare nel locale.

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Torino_ piazza san carlo_TORO

Insomma, che sia per un caffè veloce, una cioccolata calda o anche un aperitivo con vista su una delle piazze più belle della città, lasciati conquistare dalla storia e dal fascino di questi locali storici scoprendo l’anima più autentica della città di Torino.

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Un Borgo incantato a Ricetto di Candelo

A circa un’ora dalla casa-vacanza Cascina 6b, si trova un luogo che, in vista delle feste natalizie, si trasforma in un magico Borgo di Babbo Natale, sto parlando del suggestivo Ricetto di Candelo.

Il Ricetto è un borgo medievale, costruito tra il XIII e il XIV secolo, che serviva come struttura fortificata utilizzata dagli abitanti del borgo per conservare beni preziosi, come il vino e il grano, e per proteggersi in caso di pericoli. La sua particolarità risiede nella struttura urbanistica, un insieme di edifici racchiusi da alte mura in pietra, con torri di avvistamento agli angoli. All’interno, le strette vie acciottolate creano un’atmosfera unica che evoca il passato medievale.

Grazie alla sua autenticità e al fascino storico, è stato riconosciuto come uno dei “Borghi più belli d’Italia” e anche uno dei meglio conservati in Europa.

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Il Borgo di Babbo Natale

Ogni anno, in prossimità delle festività natalizie, il Ricetto si trasforma in un magico borgo natalizio. Passeggiando tra le vie acciottolate, potrai immergerti in un’atmosfera natalizia unica grazie ai mercatini artigianali. Qui troverai una vasta selezione di prodotti tipici locali, decorazioni fatte a mano e idee regalo originali. Per gli amanti della cucina, le bancarelle offrono specialità piemontesi e gustosi street food che renderanno ancora più dolce la tua visita.

Per i più piccoli, c’è la possibilità di incontrare Babbo Natale, imbucare le loro letterine nella magica cassetta postale e partecipare a un percorso a tappe con laboratori creativi. Qui si divertiranno a creare biglietti d’auguri e decorazioni natalizie, a scoprire tradizioni locali e giocare in attività ispirate al Natale, come anche cacce al tesoro.

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Ma non è tutto!

Oltre all’atmosfera natalizia, il Ricetto di Candelo regala una vera e propria esperienza culturale. Durante l’evento, è possibile partecipare a visite guidate che raccontano la storia del borgo e ammirare la sua architettura unica. Insomma, un’occasione perfetta per unire il fascino del passato alla magia del Natale!

RICETTO DI CANDELO_PIEMONTE
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Se stai cercando un modo originale per vivere l’atmosfera natalizia, il Borgo di Babbo Natale al Ricetto di Candelo è una meta imperdibile. La sua combinazione di storia, tradizione e magia delle feste lo rende un luogo unico, perfetto per creare ricordi speciali con la famiglia e gli amici.

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Museo Lavazza di Torino, un viaggio nella Storia del Caffè Italiano

A Torino, a soli 20 min dalla casa-vacanza Cascina 6b, si trova un luogo che celebra il caffè in ogni sua forma.

Sto parlando del Museo Lavazza; situato nella Nuvola Lavazza, una moderna struttura progettata dall’architetto Cino Zucchi. Il museo è parte di un complesso architettonico innovativo che ospita anche uffici, un centro congressi, un ristorante gourmet, un bistrot e un giardino pubblico.

Quest’area rappresenta un interessante connubio tra passato e futuro, integrando elementi storici del quartiere Aurora, come la centrale elettrica riconvertita.

MUSEO LAVAZZA_NUVOLA LAVAZZA_TORINO_PIEMONTE
MUSEO LAVAZZA_NUVOLA LAVAZZA_TORINO_PIEMONTE

La storia della Lavazza

Il viaggio di Lavazza inizia nel 1895, quando Luigi Lavazza, un giovane imprenditore torinese, acquistò una drogheria nel centro di Torino. All’epoca il caffè era un prodotto raro e costoso, ma Luigi Lavazza ebbe un’intuizione rivoluzionaria: miscelare diverse qualità di caffè, provenienti da paesi e varietà differenti, per creare un gusto unico e personalizzato. Questa tecnica di miscelazione permise a Lavazza di differenziarsi, offrendo prodotti dal sapore costante e facilmente riconoscibile.

Così, nel corso del Novecento, l’azienda si espanse anche a livello internazionale, portando avanti una continua innovazione nei processi di produzione e nel confezionamento, come l’introduzione della confezione sottovuoto, per rispondere alle esigenze del mercato. Parallelamente, consolidò la propria immagine attraverso campagne pubblicitarie iconiche, con spot televisivi e cartelloni che vedevano protagonisti attori e artisti famosi, contribuendo così a rendere Lavazza un simbolo del caffè italiano nel mondo, associando il marchio a creatività e qualità riconosciute globalmente.

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Le gallerie tematiche del Museo

Il percorso museale si snoda attraverso cinque gallerie tematiche, ognuna delle quali è pensata per esplorare un aspetto diverso della storia e della cultura del caffè, offrendo al visitatore un viaggio coinvolgente e interattivo.

La visita inizia con “Casa Lavazza”, dove vengono ripercorse le tappe principali della vita dell’azienda, tra documenti, fotografie, appunti, libri contabili e oggetti d’epoca. A pochi passi, si trova “l’Area Sport”, uno spazio che racconta il connubio tra la Lavazza e le più importanti imprese sportive.

Successivamente, “La Fabbrica” consente di rivivere la magia della produzione del caffè e ripercorrere l’intera filiera del caffè, dalla piantagione fino alla tazzina, rivelando anche le figure più significative e importanti del processo di lavorazione del caffè, a partire dai produttori fino ai maestri torrefattori.

MUSEO LAVAZZA_TORINO_PIEMONTE
MUSEO LAVAZZA_TORINO_PIEMONTE

Con “La Piazza”, una piazzetta in stile anni Sessanta, si ha la possibilità di concedersi una pausa e ritrovare i ritmi lenti della condivisione e della convivialità. Si tratta di uno spazio dove si celebra il rituale del caffè, a partire dalle icone della Lavazza, come l’espresso e la tazzina, fino ad arrivare allo spazio e alle diverse forme di questa preziosa bevanda, fonte di ispirazione, creatività e continua innovazione.

Il percorso continua al piano di sopra con “L’Atelier”, uno spazio unico che ricorda un set cinematografico con le sue immagini e installazioni. Qui, si possono anche scattare foto ricordo nelle varie postazioni apposite e ammirare gli straordinari calendari, realizzati dai più famosi fotografi del mondo.

MUSEO LAVAZZA_TORINO_PIEMONTE
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L’ultima tappa è “L’Universo”, una vera immersione multimediale a 360° grazie all’utilizzo di tecnologia interattiva e multimediale che racconta il percorso del chicco di caffè. L’esposizione si avvale di video immersivi, suoni ambientali e proiezioni coinvolgenti per trasportare i visitatori in un viaggio che esplora i vari aspetti del mondo del caffè, come le caratteristiche botaniche, le modalità di coltivazione, la raccolta, la torrefazione e la preparazione.

La visita culmina con la “Coffee Experience”, un momento speciale in cui poter gustare le varie note aromatiche e i vari sapori che fanno del caffè Lavazza una vera icona. Si può partire dall’espresso tradizionale, esplorare diverse miscele e proseguire con originali creazioni di Coffee Design, ideate insieme a chef rinomati ed esperti di caffè internazionali.

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Piccola curiosità: la “Lavazza Cup”

Presso la biglietteria riceverai una particolare tazzina di caffè… ma a cosa serve? Te lo dico subito! Si tratta di una speciale tazzina interattiva che ti permetterà, durante il percorso museale, di attivare installazioni, approfondire la conoscenza attraverso materiali multimediali, raccogliere informazioni e anche scattare le foto ricordo. Insomma, una vera e propria “guida interattiva”!

In conclusione

Il Museo Lavazza è studiato per offrire un’esperienza che va oltre la semplice esposizione di oggetti, grazie soprattutto ai supporti interattivi e alle installazioni multimediali, avrai la possibilità di esplorare il processo produttivo del caffè, dall’origine alla tazza e di scoprire il lungo percorso che trasforma i chicchi in una delle bevande più amate al mondo.

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Il Castello Ducale di Agliè

Nel cuore del Canavese, a pochi chilometri da Cascina 6b, sorge il maestoso Castello Ducale di Agliè, una delle più affascinanti residenze sabaude del Piemonte. Questo gioiello architettonico, racchiude secoli di storia e arte, ed è oggi una delle mete imperdibili per chi desidera scoprire il patrimonio culturale e paesaggistico del Piemonte.

Le origini del Castello di Agliè risalgono al XII secolo, quando fu costruito come fortezza medievale dalla famiglia San Martino. Tuttavia, la sua vera trasformazione avvenne nel XVII secolo, grazie a Filippo d’Agliè, che lo fece ristrutturare e ampliare, trasformandolo in una sontuosa residenza barocca. Successivamente, nel XVIII secolo, il castello passò nelle mani della famiglia Savoia, diventando una delle loro residenze preferite.

Sotto la dinastia sabauda, il complesso venne ulteriormente arricchito con decorazioni raffinate e uno splendido parco, che si estende per oltre 300.000 metri quadrati.

Grazie all’intervento del duca Carlo Felice nel XIX secolo, il Castello assunse anche un elegante tocco neoclassico, diventando una delle perle architettoniche del Piemonte. Oggi il Castello di Agliè è parte del circuito delle Residenze Sabaude, riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, e conserva intatto tutto il suo fascino aristocratico e culturale.

La visita al Castello

La visita guidata, della durata di circa un’ora, ti condurrà attraverso alcune delle oltre 300 stanze del complesso, offrendoti uno spaccato della vita della corte sabauda; infatti, ogni sala racconta una storia, rivelando il gusto, l’eleganza e il lusso di un’epoca passata.

Tra le sale più rappresentative, spicca la Sala delle Feste, con i suoi magnifici soffitti affrescati e gli eleganti lampadari di cristallo, che ancora oggi evocano i fasti dei ricevimenti di corte. Gli arredi, gli arazzi e le collezioni d’arte presenti nelle varie sale, offrono un viaggio attraverso l’evoluzione culturale e artistica della dinastia reale sabauda, testimoniando il loro gusto eclettico e raffinato.

Una parte affascinante del percorso di visita, è caratterizzata dalle cucine sotterranee del castello, dove venivano preparati i sontuosi banchetti per la famiglia reale e i loro ospiti. Questi ambienti, ancora oggi perfettamente conservati, offrono un’idea sulla vita “dietro le quinte” della residenza, rivelando l’organizzazione meticolosa e l’efficienza che governavano la vita quotidiana a corte.

I giardini

Oltre agli interni, puoi estendere la visita anche ai splendidi giardini esterni del castello, che offrono un perfetto esempio di come l’arte paesaggistica possa integrarsi armoniosamente con l’architettura. Progettati principalmente secondo lo stile del giardino all’italiana, sono caratterizzati da geometrie precise, viali alberati e siepi, che creano un’atmosfera di grande bellezza e tranquillità.

Passeggiando tra le aiuole e le fontane, potrai respirare un’atmosfera di quiete e raffinatezza. Le sculture che adornano gli spazi verdi e i piccoli padiglioni nascosti tra la vegetazione richiamano il gusto estetico della nobiltà sabauda, che considerava il giardino come un prolungamento naturale degli interni del castello.

Curiosità: lo sapevi che il castello è stato usato come set per una serie televisiva?

Proprio così! Si tratta della serie italiana “Elisa di Rivombrosa” (2003-2005), un dramma storico in costume ambientato nel XVIII secolo in cui il castello rappresenta la residenza del protagonista, il conte Fabrizio Ristori. Grazie a questa serie, il castello ha guadagnato una notevole popolarità, attirando anche molti visitatori.

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La storia del cioccolato a Torino

Torino si sa, è la capitale del cioccolato e del gianduja. Ma la conosci la storia legata a queste prelibatezze?

Per scoprirla, a fine giugno, è stato inaugurato il Museo del Cioccolato e del Gianduja, chiamato Choco-Story, un progetto che mira a narrare e a condividere la storia del cioccolato. Il Museo è stato allestito nei laboratori sotterranei della Pasticceria Pfatisch, una storica pasticceria fondata nel 1915 da Gustavo Pfatisch, e che fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia, un’organizzazione che raccoglie oltre 200 locali storici italiani legati a importanti avvenimenti nella storia d’Italia.

La visita al Museo

La visita dura circa un’ora e consiste in un viaggio nel tempo attraverso la storia del cioccolato: dalle antiche ricette dei Maya e degli Aztechi, all’introduzione del cacao in Europa, fino alla nascita della tradizione cioccolatiera piemontese, con particolare attenzione al famoso “gianduiotto”.

Durante il percorso museale, oltre ad avere a disposizione un’audioguida che arricchirà la tua esperienza con curiosità e dettagli storici, potrai divertirti con simpatici giochi interattivi che renderanno la tua visita ancora più coinvolgente. Inoltre, alla fine della visita, ti aspetteranno deliziosi assaggi di cioccolato e gianduiotti preparati dalla rinomata Pasticceria Pfatisch. Cosa volere di più?

Perchè Torino è la città del cioccolato?

Inizia verso la fine del Cinquecento, quando Emanuele Filiberto di Savoia introdusse il cacao tramite una fumante tazza di cioccolata servita simbolicamente alla città, per festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino.

Poco più di un secolo dopo, nel 1678, lo chef Giovanni Antonio Ari riceve dalla principessa Maria Giovanni Battista di Savoia, la licenza per commercializzare la bevanda al cacao “Bavareisa”. Questa bevanda, composta da cioccolato, caffè e crema di latte, si evolse nel corso del XIX secolo nel famoso Bicerin, uno dei simboli della città torinese.

Arriviamo ora al Gianduia. Quali sono le sue origini?

Nel 1806, Napoleone decretò un embargo continentale contro gli Inglesi, causando una scarsità di beni coloniali, tra cui il cacao. Fu così che gli artigiani piemontesi decisero di allungare le loro ricette di cioccolato con nocciole, creando un impasto cremoso di cacao, nocciole tostate in polvere del Piemonte e zucchero, ovvero il Gianduia.

Ma come nasce questo nome? Si dice che durante il carnevale di Torino del 1867, il personaggio di Gianduia fu talmente conquistato da questa miscela che concesse ai cioccolatieri un’autorizzazione speciale per poter chiamare “Gianduia” la tanto apprezzata miscela. Prodotto in forma di barrette, l’impasto diede origine a “piccole porzioni di Gianduia”, ossia i Gianduiotti e, per facilitarne la produzione, essi divennero i primi cioccolatini confezionati della storia del cioccolato.

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In giro con Ally

Hai mai provato quell’emozione travolgente quando decidi di organizzare una vacanza in un posto nuovo? Quel desiderio di voler esplorare e scoprire posti caratteristici, ma ti ritrovi a chiederti “Cosa c’è da visitare?”. Ecco che entro in gioco io!

Mi presento,

mi chiamo Ally e sarò la tua guida virtuale che ti accompagnerà alla scoperta di Torino e i suoi d’intorni.

Nei vari articoli ti racconterò di luoghi imperdibili intorno a Cascina 6b. Dai maestosi laghi alle imponenti montagne, dai pittoreschi borghi alle vibranti città, dai suggestivi parchi naturali ai musei ricchi di storia, il Canavese offre un’esperienza unica per ogni tipo di viaggatore.

Che tu sia un amante della natura, un appassionato di cultura o un avventuriero in cerca di nuove emozioni, se soggiornerai in uno dei nostri appartamenti, sarò la tua compagna affidabile in questo viaggio alla scoperta del nostro territorio.

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Basilica di Superga a Torino

La Basilica di Superga è un luogo iconico della città di Torino ricco di arte e storia. Un luogo consigliato se si vuole ammirare tutta Torino dall’alto.

Nel 1706, durante la guerra di successione spagnola, la città era assediata dalle truppe francesi e il Re Vittorio Amedeo II di Savoia, insieme al principe Eugenio di Savoia, salì sulla collina di Superga per osservare le posizioni nemiche. In quell’occasione, il re fece un voto alla Madonna delle Grazie: se fosse riuscito a liberare la città avrebbe costruito una chiesa in suo onore.

Così è stato.

Dopo la vittoriosa battaglia di Torino, il Re incaricò l’architetto Filippo Juvarra, lo stesso che ha progettò la Galleria Grande e la Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria e la Palazzina di Caccia di Stupinigi, di progettare la Basilica. I lavori iniziarono nel 1717 e si conclusero nel 1731, creando un vero capolavoro dell’architettura barocca.

La Basilica di Superga, con i suoi 672 metri sul livello del mare, domina il panorama torinese. Dalla balconata esterna della Cupola, accessibile tramite una scala a chiocciola che si trova all’interno della Basilica, si può ammirare una vista mozzafiato sulla città, sulle valli e sulle montagne.

I sotterranei

La visita più ambita, oltre a quella panoramica è quella per le Tombe Reali di Casa Savoia, dove riposano 62 membri della famiglia reale, tra re, regine, principi e principesse.

Il mausoleo, a forma di croce latina allungata, ospita al centro il “Sarcofago dei Re”, dove si trova il sepolcro dell’ultimo Re di Sardegna, Carlo Alberto di Savoia, per poi diramarsi in due bracci laterali la “Sala degli Infanti” e la “Sala delle Regine”.

E’ possibile visitare la cripta esclusivamente con una guida negli orari indicati e acquistando il biglietto in loco. Nella Biglietteria è possibile acquistare anche il biglietto per la terrazza panoramica e per l’appartamento Reale.

BASILICA DI SUPERGA_TOMBE REALI_TORINO_PIEMONTE
BASILICA DI SUPERGA_TOMBE REALI_TORINO_PIEMONTE

La tragedia di Superga

il 4 maggio del 1949, un aereo che trasportava l’intera squadra di calcio del Torino, conosciuta come il “Grande Torino“, si schiantò nei pressi della Basilica, causando la morte di tutti i 31 occupanti del velivolo. Questa tragedia è ricordata come una delle più grandi sciagure nella storia del calcio italiano. In ricordo di questa grande squadra, è stata posta nella parte posteriore della basilica una lapide commemorativa, ancora oggi meta di tifosi e appassionati.

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Ivrea, una città Patrimonio Unesco

Oggi ti porto alla scoperta di una luogo ricco di storia, simbolo di innovazione e tradizione piemontese.

Sto parlando di Ivrea, una città che ha saputo mescolare il fascino del passato con la modernità. Conosciuta per il famoso Carnevale con la storica Battaglia delle Arance, Ivrea è anche celebre per l’innovazione industriale grazie all’azienda Olivetti, che ha rivoluzionato il design e la tecnologia nel XX secolo.

Ivrea si suddivide in due aree: la Città antica, identificabile dai monumenti presenti nelle vie e nei vicoli del centro che raccontano la storia romana e medioevale e la Città industriale, costituita da edifici dell’epoca olivettiana presenti lungo il percorso del Mam (Museo all’aperto delle architetture moderne olivettiane). Entrambe visitabili autonomamente oppure, come ti consiglio, tramite il WELCOME TOUR, un tour gratuito organizzato da Turismo Torino, ogni primo sabato del mese, per promuovere il territorio. La visita si divide in due percorsi, uno al mattino e uno al pomeriggio, alla scoperta delle meraviglie della città antica e di quella moderna.

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Il Ponte del Diavolo delle Valli di Lanzo

Oggi ti voglio parlare di un luogo magico e misterioso, simbolo di Lanzo e delle sue valli.

Sto parlando del Ponte del Diavolo, o nome originario Ponte del Ròch (“Ponte di Pietra” in piemontese), fu costruito alla fine del 1300 come collegamento diretto tra le Valli di Lanzo e Torino, attraversando il fiume Stura senza passare dai paesini limitrofi. La spesa per la sua realizzazione fu di 1400 fiorini e venne imposta alla popolazione lanzese una tassa sul vino per 10 anni.

Nel 1564 fu realizzata di una porta sul ponte (di cui, al giorno d’oggi, è visibile solo l’arco) e veniva chiusa allo scoppiare di epidemie, come la peste, per impedire il contagio da parte dei forestieri. Nel settembre di quello stesso anno fu introdotto un pedaggio, “la bolletta del luogo di provenienza” ,contrassegnato dal sigillo di Lanzo, chiunque ne fosse sprovvisto non poteva oltrepassare il ponte.

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